giovedì 25 febbraio 2016

LA GIAMAICA



Gli indigeni Taino di lingua arawak chiamarono l'isola Xaymaca, che vuol dire o la terra delle primavere o la terra del legno e dell'acqua. La Giamaica, già possedimento spagnolo noto con il nome di Santiago, è poi diventata possedimento dell'Impero britannico nelle Indie Occidentali di Giamaica. La popolazione del paese è composta principalmente da discendenti di ex schiavi africani. È il terzo paese anglofono più popoloso delle Americhe, dopo gli Stati Uniti e il Canada.

Indigeni Arawak o Taino originari del Sud America si stabilirono per la prima volta sull'isola tra il 1000 e il 1400 a.C. Sebbene alcuni studi indichino che la loro scomparsa risale al contatto con gli europei, altri studiosi sostengono che a questo contatto alcuni indigeni siano sopravvissuti.

Cristoforo Colombo sbarcò sull'isola nel 1494, approdando a Discovery Bay, fra Ocho Rios e Montego Bay. Descrisse la nuova scoperta come «la più bella isola che occhio umano abbia mai veduto» e la battezzò Santiago. Successivamente, la Giamaica fu rivendicata dalla Spagna, che vi istituì una propria colonia: nacque così la Giamaica spagnola, o Colonia di Santiago, cosiddetta da Santiago de la Vega, capitale della colonia. La conquista dell'isola fu portata a termine dai Re Cattolici nel primo decennio del XVI secolo.

Nel 1655, tuttavia, l'ammiraglio britannico William Penn (padre di William Penn di Pennsylvania) e il generale Venables si impadronirono dell'isola. La Spagna riconobbe ufficialmente la sovranità britannica sulla Giamaica con il Trattato di Madrid del 1670: l'isola divenne quindi una colonia della corona britannica, la Colonia della Giamaica. Durante i due secoli di dominio britannico, la Giamaica divenne la prima nazione al mondo per le esportazioni di zucchero e produsse oltre 77 000 tonnellate di zucchero ogni anno tra il 1820 e il 1824, risultato raggiunto attraverso l'uso massiccio del lavoro degli schiavi importati dall'Africa.

All'inizio del XIX secolo la consistente importazione di schiavi da parte del Regno Unito ebbe l'effetto di aumentare la popolazione dei neri, che superarono i bianchi con un rapporto di 20 a 1, il che provocò costanti minacce di rivolta. In seguito a una serie di ribellioni (come l'insurrezione del 1830) la schiavitù fu formalmente abolita nel 1834, con la completa emancipazione dalla schiavitù dei beni mobili che fu dichiarata nel 1838.

La Giamaica guadagnò progressivamente la sua indipendenza dal Regno Unito e nel 1958 divenne una provincia della Federazione delle Indie Occidentali, un organismo che comprendeva tutte le Indie Occidentali Britanniche. La Giamaica ottenne piena indipendenza staccandosi dalla Federazione delle Indie Occidentali e dal Regno Unito il 6 agosto 1962.

La crescita del debito estero sotto il governo di Michael Manley, determinato ad alleviare le condizioni di grave iniquità economica della Giamaica, portò all'imposizione delle misure di austerità del FMI. Il peggioramento delle condizioni economiche e il coinvolgimento della CIA a causa del socialismo internazionale di Manley e alla sua amicizia con Fidel Castro portarono a una disperata campagna totale di rielezione tra il Partito Nazionale del Popolo di Manley e il principale partito di opposizione, il Partito Laburista Giamaicano. Entrambi i partiti politici divennero collusi con bande rivali debitamente armate di Kingston. Questa politica, insieme al crescente stato di emergenza dovuto al fatto che la Giamaica era un centro di smistamento della cocaina durante gli anni ottanta condusse a frequenti episodi di violenza e servì solo a impoverire ulteriormente un'ampia parte della popolazione giamaicana.

Il risultato più estremo di questa spirale di violenza, droga e povertà fu la brutale guerra di sparatorie che si verificò per le strade di Kingston a partire dalla metà degli anni novanta in poi. Nella circostanza le forze di polizia giamaicane sono state accusate di complicità in questa feroce zona dell'isola. Tuttavia si deve notare che le zone rurali dell'isola, specialmente località di ritrovo di Negril, Montego Bay e Ocho Rios, rimangono piuttosto sicure. Bisogna ricordare, comunque, che la Giamaica resta uno dei paesi con il più alto tasso di omicidi al mondo.

Le ex capitali della Giamaica includono Port Royal, dove esercitò il potere il pirata Governatore Morgan, e che fu distrutta da una tempesta e da un terremoto, e Spanish Town, nel distretto di Saint Catherine, la vecchia capitale coloniale spagnola e la capitale inglese durante il XVIII e il XIX secolo.

Giamaica è uno stato dell'America Centrale insulare costituita dall'isola omonima e dagli Scogli di Pedro e di Morant.
La sua superficie si estende per 240 km di lunghezza da est verso ovest e 85 km di larghezza da nord verso sud.
A 1000 km da Miami, 115 a sud di Cuba e 160 km ad ovest di Haiti, la Giamaica appartiene alla zona dei corrugamenti terziari delle Grandi Antille ed è la terza isola più grande del mar dei Caraibi.

La struttura del territorio presenta un imponente rilievo montuoso, origine di un intensa attività sismica. Nella parte orientale dell'isola si innalza la principale catena montuosa, il massiccio cristallino delle Blue Mountains (Montagne Azzurre) la cui vetta più elevata è il Blue Mountain Peak, 2.265 m; al centro della regione si estende un altopiano calcareo: il Cockpit Country (460 m di alt. media) caratterizzato da formazioni carsiche che creano paesaggi spettacolari.
Intorno all'altopiano si trovano le pianure alluvionali, estese prevalentemente a sud e ad ovest.
Nelle zone est e nord le pianure si assottigliano fino a trasformarsi in coste dalla consistenza sabbiosa: ci sono 1022 chilometri di costa; le spiagge bianche, nella parte nord sono protette dalla barriera corallina , mentre la costa sud ha prevalentemente spiagge di sabbia nera.

Montego Bay (MoBay),è la seconda città più grande dell’isola; il suo nome deriva da Manteca Bay: la baia del lardo. Qui, infatti veniva salato il lardo dei cinghiali che popolavano le foreste circostanti.
Di radici antichissime, fu un importante porto per i traffici di zucchero e banane e cominciò a venir frequentata dai viaggiatori solo a partire dagli anni Quaranta: oggi è la capitale indiscussa del turismo giamaicano.

MoBay presenta una zona abitata molto simile alle città di mare occidentali con ristoranti, bar alla moda, locali notturni, mercati, negozietti accattivanti: è la località ideale per chi vuole godersi una vacanza in una località balneare di lusso in cui tutto è compreso.
Montego Bay, oltre ad offrire il maggior numero di alberghi e di alloggi in tutta la Giamaica, è una delle città storiche meglio conservate: nel centro si possono ammirare residenze storiche, pregevoli edifici georgiani in pietra e in legno, e si possono trovare diversi oggetti d'arte e di artigianato.
Inoltre è il fulcro della musica reggae; in agosto, infatti, si tiene il Reggae Sumfest: il più importante festival dedicato alla musica di Bob Marley e Peter Tosh in cui si esibiscono i più grandi artisti del reggae.

Nei dintorni della città si trovano numerose piantagioni di canna da zucchero e si possono visitare le great-house: le antiche case padronali dei signori dello zucchero.
La più famosa, Rose Hall, abitata un secolo e mezzo fa da Annie Palmer, è oggi un museo.
Secondo la leggenda è ancora posseduta dallo spirito della bella irlandese che tra le sue mura fece strage di cuori e di vite, amando e avvelenando tre mariti e un numero imprecisato di schiavi.

Alle spalle di Montego Bay si estende il Cockpit Country, un fantastico altopiano calcareo di 1300 kmq caratterizzato da collinette coniche e profonde depressioni. Fu una delle roccaforti dei Leeward Maroons, i discendenti degli schiavi che nel 1658 gli spagnoli lasciarono sull’isola durante la loro precipitosa fuga dagli inglesi.
Questa zona non è attraversata da nessuna strada quindi l’unica possibilità per poterla ammirare è sorvolarla a bordo di aeroplani leggeri o di elicotteri.
Rimasto praticamente intatto, l'altopiano ospita animali allo stato selvaggio ed è una meta ambita per amanti del birdwatching e della natura, e per gli speleologi (le caverne sono numerose e alcune ancora inesplorate).
Negril, 83 km a ovest di Montego Bay, è la località turistica di maggiore espansione e il posto più “giovane” dell’isola dove si possono trovare sistemazioni a buon mercato.

E’ più tranquilla di altre località giamaicane, il mare è cristallino, la sabbia di un bianco accecante ed è uno dei pochi luoghi dove si può prendere il sole nudi; le strade sono affollate di bancarelle improvvisate che vendono cibo naturale e jerk di maiale, mentre gli artigiani espongono i loro oggetti in legno intagliato direttamente sulla spiaggia.
La spiaggia di Long Bay, con i suoi 11 Km, è la più lunga del paese: è una tipica spiaggia tropicale, delimitata da palme da cocco, con mare piatto, barriera corallina e sabbia bianchissima, e ricca di ristoranti, bar e feste notturne on the beach con Reggae dal vivo.



E’ possibile praticare snorkelling e fare escursioni a sud della città, ad esempio sul Black River, un fiume dove vivono ancora i coccodrilli, e sulle YS Falls, cascate meno famose di quelle di Ocho Rios, ma altrettanto spettacolari, immerse in un vero e proprio giardino di piante secolari, liane e bouganvillee.

Per tutelare l'intero bacino di Negril è stata istituita la Negril Watershed Environmental Protection Area (Area di tutela ambientale del bacino di Negril), la prima area naturale protetta di questo genere in Giamaica: comprende un parco marino, la zona paludosa della Great Morass a nord e le vicine foreste di mangrovie.

Ocho Rios è la terza città dell’isola, al centro della lunga costa settentrionale a circa 100 Km da Montego Bay, incastonata in un’ampia conca tra colline rigogliose, si affaccia su Turtle Beach, un’estesa spiaggia a forma di conchiglia, e su una baia circondata dalla scogliera corallina.

Nelle vicinanze di Ocho Rios, verso est a circa 3 km all’interno, si trovano gli splendidi scenari naturali della Fern Gully, una gola sinuosa, scavata da un antico fiume, che si snoda per 5 km nel canyon. In questa gola si trovano oltre 500 specie di felci, molte delle quali presenti soltanto in Giamaica.

3 km a ovest della città, si trovano le Dunn’s River Falls, le più spettacolari e famose cascate dell’isola. Praticamente immerse nella lussureggiante foresta pluviale, sono costituite da scalini calcarei che degradano per 180 m fino alla spiaggia, formando una serie di laghetti dove ci si può tranquillamente immergere.

Port Antonio è un angolo di tranquillità, lontano dai centri turistici più affollati, situato in una regione, Portland, spettacolare, forse la più verde della Giamaica, dominata dalla foresta tropicale. Antico porto bananiero, sorge ai piedi delle Blu Mountains, su due baie gemelle di rara bellezza con nel mezzo la verdissima Navy Islands, un tempo proprietà di Errol Flynn.

Il centro della città è animato, con una bella chiesa anglicana e il Musgrawe Market, mercato delle pulci e d’artigianato locale dove si può trovare un po’ di tutto: parei, oggetti in legno, conchiglie e berretti giamaicani.
Negli anni ’60 Port Antonio divenne la meta esclusiva del Jet set internazionale, di questo periodo sono rimaste le tracce nelgli albeghi di lusso e nelle eleganti ville nascoste nella fitta vegetazione tropicale. Il Frenchman’s Cove risale proprio a quegli anni, costruito dal miliardario Garfield Weston, e un tempo conosciuto come l’albergo più costoso del mondo; oggi la sua splendida spiaggia è aperta al pubblico.

I dintorni di Port Antonio si trovano le spiagge e i luoghi più scenografici della Giamaica, molti sono diventati famosi in quanto vi sono stati girati diversi film famosi.

La Blue Hole, più conosciuta come Blu Lagoon, in quanto vi è stato girato il film Laguna Blu, è uno splendido tratto di mare in cui il fondale sprofonda per oltre 65 metri rendendo le sue acque di un blu intenso e cristallino. Dal fondo della laguna scaturiscono alcune sorgenti di acqua minerale dal potere terapeutico.

La Dragon Bay, la bella spiaggia dell’omonimo complesso alberghiero, è uno dei simboli del turismo di Port Antonio; nel centro c’è il bar circolare dove Tom Cruise preparava i drinks nel film “Cocktail”.

La Long Bay, baia a mezza luna lunga 1Km e mezzo, caratterizzata dal sabbia rosa, è uno dei posti migliori dove fare surf in Giamaica; a sud di questa spiaggia si trovano le Reach Falls: le cascate della scena d’amore del film “Cocktail”.

La Winifred Beach è una spiaggia ancora poco conosciuta dai turisti, probabilmente la più lunga della zone, è ancora una spiaggia ad uso quasi esclusivo dei giamaicani.

Per i più intraprendenti, sul Rio Grande, il fiume principale dell’isola che si snoda tra i rilievi montuosi a 1000 metri d’altezza, è possibile dedicarsi ad un suggestivo rafting: risalire il fiume a bordo di lunghe zattere di bambù sospinte con due lunghi remi passando accanto alle basse pinete delle Blue Mountains, terra dei Windward Maroons, centro della vita artistica e culturale indigena.

Kingston è la capitale giamaicana, situata sulla costa sud orientale dell’isola, in una baia naturale ai piedi delle Blue Mountains, è il cuore pulsante dell'isola e il suo centro culturale e commerciale.
Kingston fu fondata nel 1692, dopo che la vecchia capitale Port Royal venne distrutta da un terremoto.
Metropoli frenetica e agitata, non è una meta prevalentemente turistica: risente di una cattiva nomea che, pur parzialmente meritata, oscura le sue numerose attrattive. Merita sicuramente una visita per il suo patrimonio artistico e per le sue molteplici attività culturali (ad esempio i festival che si tengono annualmente).

Muovendosi tra architetture georgiane o moderne sono molte le cose da vedere: la grande ed eccentrica Devon House, un fine esempio di architettura del ‘900, King's House, antica residenza del governatore, costruita nel 1765, il National Heroes Park, dedicato agli eroi nazionali e il Sir William Grant Park, nel centro di Down Town, dedicato al leader dei laburisti del 1938 e luogo di ritrovo degli abitanti di Kingston.
Numerosi i luoghi per lo shopping: Cinstant Spring Road, Dominica Drive, i mercati di Jubilee (a Parade) e Kingston Craft (King Street).
Per gli amanti dello sport c'è il complesso sportivo ex-coloniale del Linguanea Club e i campi da cricket al Sabina Park.

La zona in periferia, a nord del vecchio centro, New Kingston, è ricca di alberghi e ristoranti economici mentre più difficile e limitata la scelta in centro dove si possono trovare prevalentemente hotel lussuosi.
A New Kingston si trova il luogo più visitato dai turisti: il Bob Marley Museum, allestito proprio presso la casa della star del reggae. Raccoglie vari cimeli della vita dell'artista: da vedere la stanza del cantante con la chitarra a forma di stella a fianco del letto, i fori delle pallottole penetrate dal muro posteriore durante un attentato avvenuto nel 1976 e l'albero sotto il quale Marley fumava la ganja e suonava la chitarra.

A nord di New Kingston, dirigendosi verso ovest, lungo Red Hills Rd si trovano numerose bancarelle che vendono la salsa jerk una specialità culinaria giamaicana: molto aromatizzata e piccante,viene usata per dare un sapore originale a pollo maiale o pesce. Red Hills Rd è anche un luogo dove vengono organizzate feste e balli in strada, ma a prescindere dalla zona nella quale ci si trova, si sentirà sicuramente della musica reggae ad alto volume: le serate a Kingston sono all'insegna della musica reggae.

Il lungomare, nella parte centrale di Kingston, è un ottimo luogo per fare una bella passeggiata e per visitare il mercato dell'artigianato lungo le banchine. A pochi isolati si trova la National Gallery, che espone opere giamaicane dagli anni '20 a oggi, tra cui una bella collezione delle sculture di Edna Manley.

Nei dintorni di Kingston si trovano le rovine di Port Royal, l’antica capitale dell’isola, fondata dal corsaro Henry Morgan. Nel XVII secolo è stata il più grande covo di pirati e bucanieri delle Antille; l’antico villaggio è oggi in fondo al mare a causa del violento terremoto avvenuto nel 1692.
Port Royal con i suoi chioschi e ristorantini, che servono fritto misto e zuppa di pesce, oggi è un grazioso villaggio di pescatori, meta delle scampagnate domenicali dei kingstoniani.

Progettata da Diego Colon, figlio di Cristoforo Colombo, Spanish Town o St. Jago de la Vega si trova a 20 km circa da Kingston, ad ovest di Rio Cobre. La sua storia è caratterizzata da due periodi coloniali: quello Spagnolo dal 1534 al 1655 e quello Inglese dal 1655 al 1782.

I primi colonizzatori arrivarono nel 1510 e fondarono la capitale dell’isola, la loro “Nuova Siviglia”, a St. Ann; accorgendosi ben presto che il luogo era poco ospitale e per niente salutare, esplorarono l’isola alla ricerca di un posto migliore, guidati da Pedro Mazuelo (Tesoriere dell’isola).
Trovarono una vasta pianura sulle rive del Grande Fiume (ora noto come Rio Cobre) resa negli anni accogliente e fertile dagli indigeni Arawaks. Nel 1534 il Re di Spagna proclamò quest’area capitale della Giamaica col nome di Villa de la Vega.
La città divenne il centro culturale e commerciale dell’isola, grazie ad un’attiva rotta commerciale che la collegava con la Spagna e gli altri territori spagnoli.

Gli spagnoli dominarono la città per circa un secolo, resistendo ai diversi tentativi di conquista degli altri europei, finendo col cedere però all'ennesimo attacco inglese nel 1655.
Villa de la Vega, chiamata dai nuovi colonizzatori Spanish Town, nei primi anni di dominio inglese divenne il centro degli scontri tra Inglesi e Maroons, gli schiavi fuggiti dagli spagnoli, e pur rimanendo un centro importante per l’isola venne privata del titolo di capitale a favore di Port Royal.

Riacquistò la sua posizione suprema solo nel 1692, nel momento in cui Port Royal venne distrutta da un terremoto; la mantenne per circa 180 anni, fino al 1872 quando Kingston, per i suoi fiorenti porti e la miglior posizione commerciale, venne decretata capitale dell’isola.

Affascinante e trasgressiva, la Giamaica è da sempre considerata l’isola più attraente dei Caraibi. Il posto del mondo che canta, balla e suona ad ogni ora del giorno e della notte. La terra del reggae, della natura bellissima, del mare incantevole e trasparente.
Negril, sulla punta occidentale dell’isola, è famosa per la sua spiaggia bianca lunga più di dieci chilometri ed il suo mare cristallino protetto dalle correnti oceaniche dalla ricca barriera corallina. È qui la vita. Di giorno al sole a godersi i riflessi brillanti delle acque dei Caraibi, al tramonto a bere un aperitivo nei locali più trendy della spiaggia, e la sera a sentire i concerti reggae e a ballare coi piedi nella sabbia.

La Giamaica è caratterizzata da un clima tropicale sul livello del mare e un clima temperato sugli altopiani dell’interno; è quasi costantemente spazzata dagli alisei e quindi, tranne che in qualche area riparata della costa meridionale, le temperature non sono mai torride.
Le precipitazioni sono concentrate in due stagioni delle piogge: Maggio-Giugno e Settembre-Novembre, quest’ultimo periodo coincide con la stagione degli uragani, va ricordato però che queste grandi tempeste raramente colpiscono direttamente l’isola: l’ultimo uragano risale al 1988, quello prima al 1952.

Questo clima favorisce la crescita di piante come la canna da zucchero e altri frutti tra cui piante tropicali e anche la Cannabis sativa.

La Giamaica è un territorio forestato ricco di numerose specie di piante e fiori tropicali. Nella fauna spiccano una folta schiera di uccelli: colibrì, pappagalli, tucani, cornacchie e pellicani. Ci sono molti rettili come i serpenti e gli alligatori, ragni, pesci tropicali, tartarughe marine e squali.

La farfalla Omero è una specie endemica dell'isola.

Nell'isola è presente una varietà di specie di piante come la marijuana. La cannabis, ovvero la marijuana, che qui è semplicemente ganja è parte fondante di un rito per i rasta. È largamente tollerata, ma occorre fare attenzione perché, come tutte le droghe (escludendo tabacco e alcolici), è illegale e ufficialmente proibita dalla legge.

La popolazione giamaicana si compone principalmente di neri (76,3% del totale), discendenti dagli schiavi provenienti dall'Africa occidentale. Seguono asiatici (indiani 3,2%, cinesi 1,2%), europei (3,1%), libanesi (0,1%) e individui di etnia mista (15,1%).

Lingua ufficiale è l'inglese. La maggioranza della popolazione usa però un dialetto creolo-inglese (patwah, termine derivato dal francese patois) che presenta influenze africane (akan e yoruba), spagnole, portoghesi, francesi, amerindie (arawak) e asiatiche. Il patwah presenta alcune spiccate caratteristiche fonetiche: ad esempio, perdita del suono h.

I cristiani costituiscono il 65,3% della popolazione della Giamaica. Le confessioni cristiane più diffuse sono: rastafarianesimo con le sue correnti, Chiesa di Dio, avventista, battista, pentecostale e anglicana. Vi è anche una piccola comunità cattolica composta da 80 000 fedeli. Vi sono poi piccole minoranze non cristiane (buddhiste, islamiche, induiste e bahá'í) di recente formazione. Esiste anche un'esigua ma storica comunità ebraica, discendente da ebrei sefarditi che abbandonarono Spagna e Portogallo nel XV secolo.

A completare il quadro è poi il culto di Obeah, di origine africana, diffuso nelle aree più povere e nelle zone rurali.

Nel corso del Novecento si verificò una forte emigrazione di giamaicani (circa un milione di individui), diretti principalmente verso Stati Uniti, Regno Unito e Canada. Tali movimenti migratori sembrano però aver subito una battuta d'arresto negli anni più recenti. Come risultato di tale processo, si sono create consistenti comunità di giamaicani all'estero, specie nelle città americane di New York, Buffalo, Miami, Atlanta e Orlando, nonché nella città canadese Toronto e nelle aree metropolitane britanniche (dove i giamaicani rappresentano la porzione più consistente della comunità caraibica).

Pur non essendo uno Stato molto popolato, in Giamaica si sono formati molti tra i più grandi velocisti di sempre; infatti gli abitanti di quest'isola sono mediamente portati a prestazioni atletiche di grande potenza come appunto può essere richiesto in una gara di 100 e 200 metri. L'attuale detentore del record del mondo e campione olimpico dei 100 metri è il giamaicano Usain Bolt che ha saputo fermare il cronometro a 9"58 nel 2009, battendo i suoi precedenti record di 9"69 e 9"72 realizzati in seguito al 9"74 del connazionale Asafa Powell. Giamaicano è anche Yohan Blake, medaglia d'oro nei 100 m a Daegu 2011.

Bolt è anche campione olimpico e detentore del record mondiale dei 200 metri con il tempo di 19"19, avendo migliorato nel 2009 il suo precedente primato di 19"30, risalente alla finale olimpica di Pechino 2008, e quello precedente di 19"32 dello statunitense Michael Johnson. Anche il primato mondiale della staffetta 4×100 metri appartiene alla Giamaica con il tempo di 36"84, stabilito l'11 agosto 2012 nella finale olimpica dei Giochi di Londra dal quartetto composto da Nesta Carter, Michael Frater, Yohan Blake e Usain Bolt, tempo migliore dei precedenti primati di 37"04 (stabilito ai Mondiali di Daegu 2011) e 37"10 (stabilito ai Giochi olimpici di Pechino 2008). Da non dimenticare, tra gli atleti giamaicani più celebri, è Don Quarrie, medaglia d'oro nei 200 metri ai Giochi olimpici di Montréal 1976.

In campo femminile la Giamaica può vantare Shelly-Ann Fraser-Pryce, due volte campionessa olimpica ed una volta campionessa mondiale dei 100 metri piani, Veronica Campbell-Brown, campionessa olimpica dei 200 metri piani nonché campionessa del mondo di 100 e 200 metri, e Melaine Walker, campionessa olimpica e mondiale dei 400 metri ostacoli. Una delle atlete più rappresentative della Giamaica è Merlene Ottey, protagonista delle gare di velocità negli anni ottanta-novanta e vincitrice di svariate medaglie in campo internazionale.

Non si ricordano risultati importanti nelle gare di resistenza, dove la Giamaica non ha mai trovato spazio tra le grandi. Si può dire che l'atletica sia vista dai giamaicani soprattutto come una via per ottenere borse di studio e proseguire gli studi (generalmente negli USA).




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