mercoledì 2 settembre 2015

I DELFINI



Fin dall'antichità i delfini sono stati accreditati, nel mar Mediterraneo, per mostrare una intelligenza superiore a quella normalmente attribuita ai pesci, sia nel proprio gruppo che nei confronti dell'uomo, il che ha creato una precoce e persistente idea della loro socievolezza e li ha posti al centro di culti, miti e rappresentazioni. È ormai noto in effetti che i delfini, come gli altri cetacei, dispongono di un sistema di comunicazione complesso come un vero e proprio linguaggio, fondato non solo sulla capacità di produrre ultrasuoni significanti all'interno del gruppo, ma anche su schemi di movimento utilizzati come segni di comunicazione.

Ben 32 sono le specie di Delfinidi nei mari del Mondo. Nel Mediterraneo sono segnalate 9 specie di cui 1 accidentale, 3 occasionali e 5 regolarmente presenti.

“Delphys”, denominazione del delfino in greco, era originariamente l’utero: organo arcuato, vivo e procreatore situato nel mare sacro e profondo del corpo femminile. I delfini abitano il mare, ma sono mammiferi a tutti gli effetti.
Appartenenti al grande ordine degli Odontoceti, nell’immaginario collettivo corrispondono in particolare a due specie simili tra loro per peculiarità: il tursiope e il delfino comune. Il tursiope, chiamato anche “delfino dal naso a bottiglia” è il più frequente nei nostri mari, e grazie alla sua capacità acrobatica, anche quello più studiato e sottoposto, purtroppo, alla cattività. Il delfino comune ha la bocca più allungata e frequenta generalmente le acque continentali o, nei mesi troppo caldi, quelle subpolari.
Le numerose sottospecie di delfino differiscono tra loro per colorazione (dal grigio scuro a un grigio più tenue)  e dimensione  (la femmina raggiunge i 2 metri, il maschio può arrivare a 2,60), ma caratterialmente presentano caratteristiche comuni.
Non è strano vederli “saltare”, rincorrersi e “chiacchierare”: sì, perché, oltre agli ampi schemi di movimento di cui sono dotati, secondo gli studiosi i delfini hanno elaborato un vero e proprio linguaggio che permette loro di comunicare attraverso suoni e scriccholii e localizzare le prede tramite i cosiddetti suoni “clic”, onde sonore che rimbalzano contro gli oggetti e tornano verso il cetaceo. Il delfino li elabora e può così riconoscere il mondo marino circostante.



Ha un corpo affusolato, adattato per nuotare velocemente, e usa la pinna caudale come organo motore. La testa contiene un organo particolare e voluminoso, utilizzato per l'orientamento e la ricerca del cibo. In molte specie le mandibole sono elongate e formano un becco, o rostro, distintivo; per alcune specie, come il tursiope, la bocca assume una curva con una espressione simile a un sorriso permanente. In molte specie i denti possono essere molto numerosi, fino a 250. Il cervello del delfino è largo e possiede una corteccia molto complessa, per questa complessità, infatti, paragonabile al cervello umano, anche se non è ancora chiaro per cosa sia utilizzato. La colorazione di base consiste di gradazioni di grigio con il lato del ventre bianco, spesso combinato con linee e macchie con tonalità differenti. La pupilla nell'occhio del delfino ha una figura a forma di cuore. La maggior parte degli odontoceti nuota rapidamente. Le specie più piccole occasionalmente riescono a cavalcare le onde, e i delfini sono spesso visti affiancare le navi e "accompagnarle" nuotando in superficie. I delfini sono anche famosi per le loro evoluzioni acrobatiche fuori dall'acqua. Arrivano a vivere sino a 35 anni.

I delfini sono predatori e cacciano le loro prede in velocità. La dentatura è adattata agli animali che cacciano: le specie con molti denti si nutrono prevalentemente di pesci, mentre le specie con becchi più corti e minor numero di denti si nutrono di molluschi (seppie, calamari, polpi e moscardini). Alcune specie di delfini catturano anche crostacei, tra cui i granchi.

I delfini hanno uno straordinario spirito imitativo, una capacità questa tipica degli esseri umani e di pochissime altre specie di primati.
Sono animali molto intelligenti e comunicativi, capaci di imparare in tempi brevissimi esercizi anche complessi.



Questi mammiferi sono dotati di un ricchissimo “vocabolario”: oltre a fischiare, grugnire e strillare, riescono a emettere una vasta gamma di suoni percepibili anche da noi uomini, oltre ad emettere ultrasuoni con frequenze troppo elevate per i nostri limitati organi acustici.
Chi studia i delfini sa che un giorno riusciremo a comunicare alla perfezione con loro, ma già oggi riusciamo a farlo con il linguaggio dei sordomuti.

I delfini sono tra gli animali più amati in assoluto. Protagonisti di storie e leggende strettamente legate alla nostra specie, utilizzati come simboli di tutto ciò che è positivo, questi allegri cetacei sembrano a loro volta molto attratti verso gli uomini.
In Australia da oltre trenta anni lungo la spiaggia di Monkey Mia, a novecento chilometri a Nord di Perth, un gruppo di tursiopi ha preso l’abitudine di avvicinarsi alla riva e di familiarizzare con la gente: uno spettacolo che attira migliaia di turisti.

Nonostante siano protetti da leggi internazionali che ne vietano l’uccisione e la cattura, i delfini stanno vivendo un momento davvero difficile della loro storia evolutiva.
Rischiare di scomparire per sempre dall’elenco degli “abbonati al mondo vivente” rappresenta infatti una triste possibilità per questi nostri simpatici coinquilini del pianeta Terra.
Ogni anno migliaia di delfini vengono uccisi nelle reti da pesca dei tonni e anche nei nostri mari si impigliano nelle reti utilizzate per la cattura dei pesci spada, le cosiddette spadare, e muoiono per mancanza d’aria. Per non parlare di altre cause della loro rarefazione: misteriosi batteri e virus che li minacciano, alterazioni magnetiche dei loro sofisticati sistemi di orientamento, inquinamenti che li avvelenano e drammatiche prigionie in piccole vasche per animali abituati a percorrere ogni giorno da 60 a 90 chilometri.



I comportamenti e le abitudini di vita di questi affascinanti esploratori del “profondo blu” variano notevolmente a seconda delle specie. Nei nostri mari sono segnalate nove specie di Delfinidi, nome della famiglia di cui fanno parte questi Cetacei Odontoceti: una famiglia rappresentata nei mari del mondo da 32 specie.
Questi geniali predatori frequentano i vasti oceani o i canali salmastri. Due famiglie di Cetacei, molto vicine ai Delfinidi, i Platanistidi e gli Inidi, hanno colonizzato le acque dolci.
I delfini si procurano il cibo in acqua e riescono a predare persino sulla terraferma, coordinando attacchi a ignari pesci trascinati a riva dalle onde da loro stessi prodotte.
Dormono galleggiando in superficie e una metà del loro cervello rimane intenta a vigilare.

Quando saltano fuori dall’acqua i delfini sembrano voler esprimere la loro gioia di vivere e nei movimenti hanno riunito la grazia e l’energia.

Forti, indomiti e astuti i delfini sono predatori di grande esperienza e sanno combattere insieme le avversità. Ma questi protagonisti degli oceani possono essere anche “violenti” e “crudeli”, anche se questi aggettivi dovremmo usarli per caratterizzare solo la nostra specie.
I delfini fanno spesso lotte fra clan, le aggressioni talvolta sono particolarmente intense. I maschi mordono i giovani dei clan rivali e “violentano” le femmine.
Alcuni delfini sono stati visti attaccare altre specie di delfinidi come le focene.



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